il codice deontologico del counseling

Il counseling è un processo relazionale tra counselor ed uno o più Clienti (individui, famiglie, gruppi o istituzioni), che ha l’obiettivo di fornire ad essi opportunità e sostegno nel cercare soluzioni a specifici problemi di natura non psicopatologica e, in tale ambito, nel prendere decisioni, gestire crisi, migliorare relazioni, sviluppare risorse, promuovere e sviluppare la consapevolezza personale su specifici temi.

Il counselor è la Figura Professionale che, con le proprie competenze, è in grado di favorire la soluzione ad un quesito che crea disagio esistenziale e/o relazionale ad un individuo o un gruppo di individui.

E’ responsabilità del counselor operare nell’ambito delle competenze che gli sono proprie e per le quali ha avuto una formazione adeguata.

Il modello teorico operativo cui il counselor fa riferimento è in particolare il counseling ad approccio breve.

Le prestazioni del counselor non si sostituiscono e/o non entrano nel merito dei percorsi di Professionisti quali: Psicologi, Psicoterapeuti, Psichiatri e qualsiasi altro approccio medico e/o professionale riconosciuto.

In qualunque momento il counselor potrà interrompere il trattamento per necessità e/o impedimento personale, o per esigenze relative all’efficacia degli incontri stessi e potrà anche consigliare al Cliente di avvalersi delle prestazioni di un altro Professionista.

Il counselor qualora lo ritenga opportuno potrà suggerire al Cliente l’intervento di un altro specialista o se lo ritiene necessario potrà consigliare al Cliente l’intervento di uno specialista Medico.

In qualsiasi momento il Cliente, potrà interrompere il trattamento di counseling o coaching. Al fine di permettere il miglior risultato dello stesso, comunicherà al Professionista la volontà di interruzione rendendosi disponibile ad effettuare un ultimo incontro finalizzato alla sintesi del lavoro svolto fino ad allora.